Tempi duri per Facebook. Il gigante blu di Mountain View, California, non sta vivendo un momento facile. Un inserzionista su tre, in particolare tra i grandi colossi a stelle e strisce, ha deciso di tagliare gli investimenti pubblicitari su Facebook, resosi colpevole, secondo molti CEO, di una linea troppo morbida verso i contenuti aggressivi e intolleranti diffusi dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Coca Cola, Adidas, Unilever, Pfizer e tante altre multinazionali stanno iniziando a mettere in discussione il peso e la continuità della loro presenza sulla piattaforma di Zuckerberg che, per tutta risposta, non si mostra particolarmente preoccupato da queste defezioni.
La bufera non si placa, nonostante l’annuncio ufficiale di aver cancellato, nel primo trimestre 2020, 9,6 milioni di contenuti offensivi e violenti.
Tuttavia, una risposta si è resa necessaria e, come per altri scandali nei quali è stato recentemente coinvolto Facebook, c’è stata una frenetica corsa ai ripari. La battaglia per rilanciarsi è legata, nuovamente, alla lotta alle fake news.
Zuckerberg ha quindi puntato le sue fiches su una nuova campagna informativa per aiutare gli utenti a riconoscere ed evitare le fake news. Il progetto nasce grazie alla collaborazione con alcuni partner per il fact-checking, per far circolare sempre meno disinformazione, soprattutto sul Covid-19.
La campagna si chiama “Le tre domande per aiutare a sradicare le notizie false” e sarà resa visibile su Facebook attraverso una serie di annunci pubblicitari che rimandano al sito web dedicato, stampoutfalsenews.com. Questi annunci chiederanno alle persone di mettere in discussione le informazioni che vedono nei post partendo da tre domande sulle notizie:
Da dove viene? (se non c’è una fonte, cercala);
Cosa manca? (non fermarti al titolo, leggi tutto l’articolo);
Come ti fa sentire? (chi costruisce notizie false cerca di manipolare le emozioni).
In fase di startup, la campagna raggiungerà un numero limitato di persone in tutta l’Unione Europea, oltre che nel Regno Unito e in Medio Oriente, Africa e Turchia, e “verrà analizzata attraverso alcuni sondaggi che chiederanno alle persone cosa hanno imparato Queste informazioni aiuteranno Facebook a creare altre iniziative di alfabetizzazione mediatica per il futuro”, si legge in una nota diffusa dalla piattaforma californiana.
“Questa campagna – si legge – arriva sulla scia dell’aggiornamento della scorsa settimana sulle notifiche di contesto, che permettono alle persone di sapere se gli articoli che stanno per condividere sono più vecchi di 90 giorni. Aggiornamenti come questo assicurano che le persone abbiano il contesto di cui hanno bisogno per prendere decisioni informate su cosa condividere con gli altri su Facebook. Durante la pandemia del Covid-19 e anche successivamente, Facebook continuerà a lavorare con gli esperti del settore e con le persone presenti sulle piattaforme per assicurarsi di affrontare efficacemente la disinformazione in questo modo e per dare agli utenti le risorse necessarie per individuare e mettere in discussione i contenuti che vedono online”.
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