Fuga da Twitter? Tutti su Mastodon!

Golia Mastodon sfida il gigante azzurro Twitter. 

 

Elon Musk acquista la piattaforma di microblogging e si scatena la rivoluzione nel mondo social. Il nuovo proprietario è nell’occhio del ciclone per aver innescato una girandola di licenziamenti tra i manager della piattaforma poco dopo il suo arrivo al vertice. Come se non bastasse, il magnate sudafricano ha annunciato di essere intenzionato a voler concedere la spunta blu a fronte del pagamento di un canone mensile da parte degli utenti. Twitter diventerebbe il primo social a pagamento della storia, aprendo una strada inesplorata dai giganti della comunicazione digitale. 

La nuova era avviata dal papà di Paypal e Tesla non sembra però convincere gli utenti di Twitter. Possibili cambiamenti radicali della piattaforma e l’ipotesi di nuove regole stanno spingendo gli iscritti a migrare verso altre soluzioni. 

Una destinazione in particolare sta salendo prepotentemente alla ribalta. Si tratta di Mastodon, un social network nato nel 2016 e che nelle ultime settimane sta facendo registrare una crescita significativa come alternativa a Twitter. 

 

Cos’è e come funziona Mastodon

Mastodon si presenta in effetti con caratteristiche del tutto simili a quelle dell’uccellino azzurro. I post sono ordinati in una timeline che si aggiorna su base cronologica, senza l’influenza degli algoritmi. Non sono previsti abbonamenti, paywall, pubblicità. Il creatore di Mastodon è Eugen Rochko e la piattaforma si sostiene prevalentemente con il crowdfunding.

Da fine ottobre ai primi di novembre, Mastodon ha visto salire le iscrizioni di oltre 230 mila utenti e tra nuovi e vecchi account nuovamente attivati è arrivato a totalizzare 655 mila utenti attivi

Mastodon si definisce un social decentralizzato e open source, non può essere venduto e non fallirà. Rispetta la tua privacy e dà il controllo sulla rete alle persone. È un prodotto frutto di un protocollo, come avrebbe dovuto essere Twitter”.

 

Un insieme di server e aree tematiche

Con Mastodon l’utente si unisce al server che meglio si adatta ai propri interessi. E distribuendo il carico su una rete di server, l’esecuzione della piattaforma non richiede l’infrastruttura e l’ingegneria (o l’enorme quantità di capitale) di un network come Twitter. Per questo motivo Mastodon può essere supportato più facilmente attraverso flussi di entrate micro, come sponsorizzazioni e donazioni, anziché pubblicità. Significa anche che Mastodon non può essere acquistato o venduto a qualcuno come Elon Musk.

 

Dai tweet ai “toot”

Ogni server Mastodon è gestito da un individuo o un’organizzazione diversa e può impostare le proprie politiche di moderazione. Ma gli utenti non si limitano a comunicare solo con gli amici sul proprio server: gli utenti possono trovare e seguire gli amici ovunque sulla rete. Ci sono anche server basati su argomenti specifici, come tecnologia, musica, giochi, arte, attivismo, LGBTQ+, cibo e altro, oltre a server generali per la socializzazione. Questo permette a tutti di trovare la propria nicchia.

Su Mastodon il tweet è un “toot” e può contenere massimo 500 caratteri. Il retweet è un boost.

Le regole relative ai toot riguardano anche la privacy. Ogni messaggio, tra le varie opzioni, può essere impostato come “pubblico, significa che apparirà sulle linee temporali locali e federate”. In alternativa, può essere destinato “solo ai follower”.

 

Come si usa la piattaforma

Per utilizzare Mastodon non esiste una sola applicazione ma diverse, adatte a quasi tutti i sistemi operativi desktop e mobile. Il social può essere utilizzato anche con un client web: il sito ufficiale di Mastodon segnala in particolare Halcyon e Pinafore.social.

Il decentramento è la direzione che anche il co-fondatore di Twitter ed ex ceo Jack Dorsey sta seguendo con il suo nuovo protocollo di social networking, Bluesky, che ha oltre 30 mila iscrizioni in lista d’attesa, prima del lancio.

Con meno di un milione di iscritti, al momento Mastodon non può seriamente competere con Twitter ma ciò non significa che, in un futuro non troppo lontano, gli utenti non inizino sempre di più a privilegiare scelte di social networking decentralizzato e che agiscano anche in base alle scelte e alle politiche dei proprietari. 

 

Author: Redazione

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